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Critiche d'arte

La pittrice Maria Grazia Cardinali è originaria di Terni, Umbria, ma da moltissimi anni vive in Sicilia, una terra che ha imparato ad amare immensamente per la sua ricca storia, per i suoi valori umani e per le sue bellezze naturali, e che ha adottato come nuova patria artistica ed affettiva.

Sin dalla più tenera età la Cardinali si è dedicate all’arte diplomandosi nel 1970 in disegno presso l’istituto statale d’arte di Terni.

La sua pittura, allo stesso tempo spontanea e riflessiva, immediatamente colpisce i fruitori per la profonda empatia con cui l’artista si accosta ai soggetti da lei trattati, siano essi opera della natura o dell’uomo, e per la rispettosa delicatezza del suo tratto pittorico.
Oltre alla sua copiosa attività artistica costellata da molte mostre collettive e personali l’artista si è variamente impegnata in attività didattiche e nel sociale svolgendo opera di supporto sia nelle scuole elementari che in quelle secondarie e superiori, ed insegnando pittura anche all’Uni Tre.
Le sue opera si trovano in molte collezioni private italiane e straniere, e nel corso della sua carriera ha ricevuto un notevole numero di attestati e segnalazioni da parte di svariate organizzazioni quali la Fondazione Alecci, da importanti rappresentanti di antichi centri abitati aderenti all’associazione Borghi d’Italia e dall’Associazione Culturale affiliate all’Unicef KAFKA.­­­
Una donna che testimonia la forza, la grandezza resa in termini di sensibilità, tipica dell’universo femminile. Ma con qualcosa di più. La Cardinali, dopo aver conseguito il diploma di disegno, superando profonde sofferenze, ha vinto gli oscuri inganni della vita, forgiando un suo personale stile artistico basato sulla ricerca di equilibrio, consapevolezza e armonia.
I suoi paesaggi parlano di chi li osserva. La Cardinali con i suoi paesaggi vuole esprimere tutti i colori della Sicilia a lei molto cari.

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ROBERTO SEVERINO

Docente di letteratura italiana presso la Georgetown University a Washington.

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L’arte di Maria Grazia Cardinali colpisce subito per la sua sincera, istintiva e connaturata espressività che appare nascere da una personalissima e gioiosa autonomia di un’artista libera da ogni preconcetto ideologico o condizionamento estetico di scuola e che, nel contempo, evidenzia la propria disposizione a un’autentica, meditata e personale definizione e articolazione dei canoni artistici.
A chi osserva le sue opere appare subito evidente che tra i generi pittorici la pittrice privilegia il paesaggio, illustrando quella Sicilia che più ha imparato ad amare ed esaltandosi liricamente soprattutto quando ritrae angoli e scorci del territorio etneo. Un’interpretazione artistica, la sua, di un particolare genere pittorico che, quasi a sottolineare l’importanza che esso ancora riveste nella nostra cultura e nel nostro senso di permanenza e continuità storica, potremmo semplicemente definire come la “poetica del paesaggio e dei luoghi della memoria”.
Chi, infatti, conosce i luoghi che la pittrice ritrae si accorge subito come queste immagini siano prive di ogni inessenziale compiacimento cromatico o di inutili preziosismi, e nascano, invece, da un serio e graduale approfondimento dei suoi mezzi espressivi. Ma di gran lunga più importante, e al di là di ogni considerazione tecnica, appare soprattutto evidente il fatto che la sua arte riflette specularmente la personalità e lo stato d’animo della persona da cui essa emana, divenendo quindi sia per la stessa autrice dell’opera che per i suoi fruitori, più vera e più immediata e dunque ancora più rilevante e significante.

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ANTONIO GIOVANNI LUTRI

Laureato presso l’Università di Catania, con dottorato in archeologia.

 

L’arte della pittrice Maria Grazia Cardinali si caratterizza per la vivacità coloristica che si trasforma in sentimenti sfumati e talora contrastanti. Spesso il ricorso anche a tinte accese e variopinte contribuisce ad evocare nell’animo dello spettatore attento antiche armonie ed alternanza di passioni evocative di antiche memorie.
Dai paesaggi da lei ritratti, sia naturalistici e sia architettonici, lo spettatore è coinvolto in una sinestetica contemplazione che, attraverso le armonie visive, lo porta a sentire vibrare di sentimenti e di passioni i più reconditi spazi del suo animo e quest’ultimo ritrova, attraverso la contemplazione dei dipinti il proprio equilibrio e la propria dimensione, in un anelito verso l’infinito.
Infatti dietro paesaggi tipici della nostra tradizione siciliana, apparentemente limitati, si possono invece respirare secoli di storia che il tracciato di un vicolo o la visione di un tempio greco possono improvvisamente evocare in quanto diventano essi stessi metafora della ricerca incessante dell’incontro tra passato e presente, al fine di andare alla scoperta dell’orgoglio della propria identità.

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